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Le obbligazioni c.d. subordinate

Aggiornamento: 16 apr 2020

L’argomento che segue, risulta particolarmente delicato, oltre ad essere una delle questioni per le quali maggiormente si interrogano gli specialisti in materia. Nella pubblicazione precedente abbiamo fatto chiarezza tra la nozione di azioni e quella di obbligazioni, spiegandone i rischi ed i vantaggi. Nasce spontaneo chiedersi, dato il basso rischio presente per il portatore nel mercato obbligazionario, quale possa essere la ragione per cui vi siano costantemente fatti di cronaca che mostrano risparmiatori privati di tutti i propri risparmi a causa di investimenti, anche obbligazionari, particolarmente rischiosi. Oggi siamo qui per fare chiarezza. Cosa è successo ai soldi dei risparmiatori persi dai vari istituti bancari che sono costantemente al centro della cronaca?

È senz’altro il caso di analizzare le obbligazioni c.d. subordinate. Infatti, i recenti casi di cronaca, mettono alla luce questo strumento finanziario, di cui pochi hanno conoscenza e che per via del nome può facilmente essere confuso con quello, assai meno aggressivo, delle obbligazioni ordinarie. Naturalmente come ampiamente detto nell’articolo che precede, anche i bond ordinari, non possono considerarsi del tutto esenti dal rischio del capitale investito, ma certamente si configurano come strumenti finanziari a basso indice di rischio. Le obbligazioni, definite subordinate, rappresentano in finanza, una categoria speciale di obbligazioni, la cui specialità consiste nel rimborso delle stesse, che in caso di problemi finanziari per l’emittente, avviene successivamente a quello dei creditori obbligazionari ordinari. Le obbligazioni subordinate anche denominate “junior” per distinguerle da quelle ordinarie c.d. “senior” hanno un tasso di rischiosità senz’altro maggiore rispetto ai bond ordinari. Naturalmente, tale rischio maggiore è contemperato nei più alti rendimenti offerti. Il rischio è legato proprio al fatto che, in caso di fallimento della società, il portatore viene soddisfatto solo dopo gli altri creditori senior. Peraltro, in alcuni casi, l’investitore potrebbe addirittura subire perdite, talvolta insanabili, anche se la banca non diventi del tutto insolvente ma semplicemente si trovi in una situazione di momentanea difficoltà operativa. Specificamente, tutte le obbligazioni subordinate comportano un rischio oggettivo di perdita del capitale e degli interessi nettamente superiore a quello delle obbligazioni senior. Come detto, già in caso di dissesto aziendale, la perdita cui va incontro l’investitore è sempre elevata, mentre nel caso di fallimento e tendente al 100% del capitale investito, poiché, vengono privilegiati gli altri creditori ed il cuscinetto di capitale proprio destinato ad attenuare le perdite dei finanziatori risulta essere troppo limitato per garantirne la salvezza.



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